Sabato 13 luglio, si è svolta presso lo Spazio Varco, la premiazione del concorso “Una scuola da sogno” e il talk di Anna Granata e il Team di Cinque minuti per cambiare la scuola “Vietato non copiare!”
Un talk indubbiamente interessante, perché i cinque interlocutori hanno cercato di far risaltare le possibilità che ogni studente e ogni insegnante dovrebbe cogliere per migliorare le ore scolastiche, rendendole serene e interessanti, ma nonostante tutto utili all’apprendimento.
Da diversi anni ormai, la scuola è vista come uno scatolone inutile, noioso e privo di particolarità infatti, studenti, insegnanti, ma anche dirigenti entrano nell’istituto privi di gioia e/o interesse, per questo bisogna cambiare dal basso la scuola italiana, non totalmente, ma apportando a quello che già si ha dei miglioramenti, così che tutti inizino a vedere la scatola diversamente.
Alcune scuole cuneesi e non, hanno accolto il progetto e i partecipanti della conferenza hanno udito e visto con i propri occhi la felicità dei ragazzi che traspariva da semplici immagini, ma anche brevi video in cui si raccontavano storie non scontate e metodi di apprendimento innovativi.
Durante le due ore di talk è stata pronunciata anche la frase “Si è sempre fatto così, perché dovremmo cambiare?” Da essa è scaturito un vero e proprio dibattito che ha permesso ai presenti di esprimere le proprie idee e le proprie opinioni riguardanti progetti e obiettivi che ogni scuola potrebbe intraprendere in base alle proprie capacità economiche e agli spazi che si hanno.
Ad esempio, una scuola a Seregno ha introdotto nell’orario scolastico due ore in cui tutte le classi si ritrovano per occuparsi dell’orto situato nel giardino dell’istituto, questo ha permesso a tutti gli studenti di partecipare, anche a coloro che hanno maggiori difficoltà.
Sembra una sciocchezza, ma non è affatto così, ogni studente deve essere trattato con rispetto e per quello che è, non per il voto che prende nella verifica o nell’interrogazione inoltre, deve far parte della comunità scolastica e deve poter esprimere liberamente le proprie idee senza essere criticato.
Per questo la Fondazione CRC ha indetto un concorso con l’obiettivo di promuovere maggiori cambiamenti e scelte riguardanti il futuro della scuola, ma anche delle opportunità che essa ci offre, il concorso era aperto a tutti i residenti della provincia di Cuneo, che volevano inviare un racconto, un video o un disegno con la scuola dei loro sogni.
Sono pervenute oltre 400 candidature, molte delle quali da parte di studenti, insegnanti e genitori che credono ancora che possa avvenire una rivoluzione dell’ambiente scolastico e che questa istituzione stia finalmente al passo con le richieste di coloro che la vivono quotidianamente.
Anche l’istituto tecnico commerciale A.F. Bonelli ha partecipato con grande piacere a questo concorso, tramite la studentessa del primo anno, Noemi Ravera, che si è classificata al secondo posto nella categoria racconti.
Il racconto, sotto forma di lettera ad un insegnate, ha riscontrato grande successo da parte della giuria, anche grazie alle proposte presentate e alle riflessioni trattate.
Una scuola da sogno
“Egregio professore,
è da molto tempo ormai che non le scrivo, eppure oggi sento il bisogno di esprimere le mie idee attraverso una semplice, ma non scontata, lettera. Concorderà sul fatto che le nuove generazioni siano esuberanti, che abbiano idee innovative e molta voglia di imparare (al contrario di quello che si potrebbe pensare); eppure gli studenti non amano passare il loro tempo nell’ambiente scolastico. La scuola, come lei saprà, è vista da diversi anni sempre più come un qualcosa da cui non ci si può sottrarre in alcun modo, un obbligo che si estende anche a coloro che hanno già compiuto 16 anni, perché è sempre più complesso trovare un lavoro, se non si ha almeno il diploma e questo, i giovani, l’hanno ben presente e immagino anche lei. Non si vede più questa istituzione come luogo dove poter colmare le lacune e soddisfare le proprie curiosità con serenità, soprattutto perché tra gli studenti c’è una vera e propria competizione a causa dei voti.
La scuola dovrebbe stare al passo, come ogni altra istituzione, alle richieste dei giovani alunni, conoscendo le loro passioni e aiutandoli ad affrontare le loro difficoltà un po’ come fa lei. Invece, sempre più spesso si definiscono gli studenti in base ai voti e, se inferiori al sei, questi vengono considerati delle nullità o addirittura “stupidi”: in questo modo, gli alunni vivono situazioni di forte stress e di ansia che a lungo andare diventano complicati da gestire.
Si parla spesso di scuola dei sogni, ma come dovrebbe essere, secondo lei, l’ambiente scolastico per essere apprezzato dagli studenti italiani? Secondo me, si dovrebbero istituire assolutamente delle lezioni di psicologia, perché viviamo in un mondo sempre più complesso, in cui è difficile comprendersi e capire chi ci circonda.
In alcune scuole ciò si studia già, ma ritengo importante che tutti i giovani abbiano una maggiore consapevolezza dei comportamenti e dei processi cognitivi, emotivi e sociali (consci e inconsci), ma dovremmo comprendere anche il nostro corpo e infatti si dovrebbero introdurre, a mio avviso, anche delle ore destinate alla sessuologia.
Essa, come anche l’argomento delle mestruazioni, non dovrebbero più essere dei tabù per la nostra società, eppure spesso viene sottovalutata perché “inutile”, ma è esattamente il contrario, perché è importante prendere coscienza di come anche una minima scelta o azione può compromettere il proprio futuro.
Sempre dal punto di vista psicologico, sarebbe interessante indire delle giornate in cui, a turno, gli alunni possano portare i loro amici a 4 zampe: ciò renderebbe la scuola un posto più piacevole e aiuterebbe gli studenti a distrarsi dall’ansia per le verifiche o per le interrogazioni e lei, ma anche gli altri professori, avreste la possibilità di vedere noi ragazzi sotto altre vesti, sicuramente più sereni e rilassanti, ma anche a contatto con coloro che donano un amore inspiegabile a noi umani.
In molti uffici pubblici, la pet therapy è già praticata e numerosi studi confermano che la presenza degli animali favorisce l’attivazione emozionale e l’apertura a nuove esperienze lavorative e, inoltre, permetterebbe di comunicare in modo più immediato.
Gli studenti apprezzerebbero sicuramente avere una sala cinema, dove poter guardare film inerenti agli argomenti spiegati in classe, soprattutto perché la maggior parte dei ragazzi vanta un’ottima memoria visiva e la visione di un film o di un documentario renderebbe lo studio domestico semplice e immediato e, ne sono certa, gli studenti seguirebbero con maggiore interesse la lezione.
In passato, gli alunni oltre a guardare più film, potevano confrontarsi tramite dei dibattiti aperti, mentre attualmente le nuove generazioni non hanno la possibilità di poter affinare il loro giudizio critico, di esprimere le proprie idee senza paura di essere criticati e di sviluppare un “parlato” più scorrevole, convincente e sicuro, perché i professori, piuttosto che svolgere delle lezioni a mo’ di “dibattito” preferiscono spiegare l’argomento con il metodo tradizionale.
Secondo me, ogni professore dovrebbe provare a svolgere almeno una volta questo tipo di lezioni, così da comprendere se essa stimola gli studenti a impegnarsi maggiormente nella materia oppure se non comporta dei miglioramenti del rendimento o dell’attenzione; pensi che mi ricordo ancora oggi perfettamente il dibattito che ci ha permesso di svolgere qualche mese fa sul perbenismo e il moralismo.
E perché no, magari questi dibattiti potrebbero proprio svolgersi nelle aree verdi della provincia di Cuneo, cosicché i giovani siano a contatto con la società e con l’ambiente, in zone che trasmettono serenità e calma, favorendo una discussione pacifica e conviviale.
Poi... chi non vorrebbe fare più gite? Esse permettono di conoscere la storia e il patrimonio artistico-culturale del nostro paese, di legare maggiormente con i compagni di classe e rimangono sempre ben impresse nelle menti degli ex studenti, perché le risate, i momenti buffi e le bellezze che si sono potute ammirare sono difficili da dimenticare.
Sarebbe bello avere un’ora o anche più, in cui gli studenti possano svolgere i compiti in classe con un insegnante presente, così da poter chiedere aiuto in caso di incertezze, ma anche per avere il pomeriggio libero per dedicarsi alle proprie passioni, senza dover più pensare ai compiti.
Poi, non so se è a conoscenza, ma in numerosi stati europei, all’interno dei servizi femminili sono presenti dei veri e propri dispendser di assorbenti: questa potrebbe sembrare una cosa sciocca, banale o insignificante, ma non lo è affatto.
Ormai le mestruazioni, come anticipato prima, non sono più un tabù nella nostra società o almeno così dovrebbe essere, eppure spesso le ragazze si trovano in situazioni di difficoltà a causa del ciclo e devono chiedere ad altre compagne degli assorbenti, nel caso in cui arrivi all’improvviso o li abbiano terminati.
Magari gli uomini non comprendono il disagio che le ragazze provano in quel momento, ma è un problema che almeno una volta nella vita si affronta e installare dei distributori è una cosa fattibile, che sicuramente alleggerirebbe la vita scolastica delle ragazze, seppur in minima parte.
Sarebbe interessante svolgere delle lezioni di educazione civica più concrete, ovvero che si possano attuare nella vita quotidiana, perché spesso si danno agli studenti delle pagine dastudiare su argomenti che c’entrano poco o nulla con questa materia, senza promuovere nessun tipo di partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale della comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti, ma anche dei doveri.
Inoltre, si dovrebbero educare i nuovi cittadini ad assumere delle scelte in modo consapevole riguardanti il miglioramento e il mantenimento della propria salute fisica, parlando dei disturbi alimentari, delle dipendenze, della prevenzione dalle malattie infettive e delle vaccinazioni. Si dovrebbero promuovere anche delle ore durante l’anno dedicate alla sicurezza stradale, così che i giovani conoscano le norme del Codice della Strada, in modo da sollecitare la consapevolezza e l’applicazione dei valori che portano ad attuare nuove forme di convivenza responsabili e costruttive, come ad esempio muoversi in sicurezza: a piedi, in bicicletta, in motorino, ma anche in auto, rispettando tutto il contesto ambientale.
E infine, sarebbe bello dedicare qualche lezione ogni tanto alla lettura di libri attuali, così dafar appassionare le nuove generazioni al mondo della lettura su carta o in digitale, ampliando il loro vocabolario e migliorando la loro sintassi, oltre che il modo di esprimersi.
Queste sono delle accortezze che renderebbero la scuola un vero e proprio sogno per coloro che la frequentano e per chi la frequenterà in futuro.
Non si devono per forza attuare tutte queste richieste, ma sarebbe opportuno che almeno il 75% di esse siano prese in considerazione perché, se si vogliono invogliare gli studenti a partecipare in modo attivo e ad impegnarsi nelle varie materie, bisognerebbe creare un ambiente meno tossico e più conviviale, in cui gli studenti possano esprimersi e ascoltare
lezioni utili e applicabili alla vita quotidiana, senza essere considerati semplicemente come voti. Spero che riceverà presto questa lettera, nel frattempo attenderò con impazienza la suarisposta, perché sono molto curiosa di sapere cosa ne pensa riguardo alle mie idee e se ne ha altre per migliorare il sistema scolastico. Concludo questa lettera sperando che lei possa prendere in considerazione queste mie idee e magari proporle a qualcuno con un ruolo superiore.
Mi auguro davvero che questi miei pensieri “in libertà” vengano ascoltati, perché a parer mio rappresentano una generazione intera. Grazie mille per aver letto questa lettera e distinti
saluti.
-L’alunna Ravera Noemi”